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Relazione simbolica tra paura e corpo nell’ipocondria

L’ipocondria concentra sul corpo una serie di paure che potremmo definire antiche, ancestrali: la paura della malattia, della morte, delle modificazioni corporee che l’esperienza umana porta con sè. Il corpo è il nostro punto di contatto col mondo esterno, la nostra immagine allo specchio, e spesso diventa il modo con cui percepiamo la nostra intera persona. Essere fragili nel corpo significa sentirsi fragili nella mente e nell’anima, poichè tutte le sensazioni della nostra vita passano attraverso il corpo prima di tradursi in sentimenti, emozioni, desideri; immaginare che un equilibrio fisico si sia rotto significa avvertire una perdita di controllo globale, un venir meno della nostra struttura portante. Per questa ragione le preoccupazioni sulla salute appaiono difficili da gestire e superare.

L’ipocondria si accompagna spesso al timore della morte; la necessità di scongiurare la presenza di una malattia attraverso continui esami medici rappresenta il tentativo di tenere sotto controllo le fantasie sulla propria vulnerabilità, su un decadimento fisico che sarebbe vissuto come catastrofico. La domanda che il soggetto ipocondriaco pone con frequenza al terapeuta è “come posso essere sicuro che non mi verrà mai una malattia?“; la risposta è il nodo cruciale della psicoterapia, nessuno può garantire al paziente che non avrà mai problemi di salute. L’esistenza umana non esclude la sofferenza, non può eliminare la morte, ma possiede un significato che siamo in grado di ricercare solo se accettiamo quei limiti.
La terapia dell’ipocondria non rassicura il paziente sul fatto che non dovrà mai affrontare problematiche fisiche, ma lo spinge a riflettere su una condizione che appartiene a tutti gli esseri umani; siamo tutti potenzialmente fragili, siamo tutti imperfetti e questo può trasformarsi in una ricchezza se ci permette di dare un senso diverso a ciò che viviamo. La paura di ammalarsi è uno dei tanti volti della paura di vivere, di cambiare, di entrare in relazione con gli altri; cercare con insistenza i segnali di una debolezza fisica è anche un modo per non concedersi un’alternativa, per proteggersi dagli altri e da un mondo considerato minaccioso.
La psicoterapia è un cammino in cui sperimentare che non siamo malati ma anche se lo fossimo avremmo delle risorse per affrontare quella condizione: se accettiamo di avere paura possiamo andare oltre.
Coloro che volessero approfondire la problematica dell’ipocondria con un colloquio psicologico possono contattate il dott. Gianluca Frazzoni  Psicologo Psicoterapeuta  autore dell’articolo per un primo colloquio gratuito a Milano. Alternativamente per le persone in cerca di uno psicoterapeuta per il disturbo dell’ipocondria nella zona di Saronno o Tradate posso contattare i professioni di Centro Cognitivo