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Distrattamente concentrati

Distrattamente concentrati

Distrazione e concentrazione hanno entrambe una valenza positiva; la loro convivenza e integrazione permette di mantenere un equilibrio attentivo sano. Inoltre, più è impegnativo il compito che si sta svolgendo più la nostra mente coglie spunti interessanti da seguire, strade alternative da percorrere usando fantasia e immaginazione.

La cosa interessante è però che non serve che ci sia un elemento effettivo di distrazione, ma è sufficiente l’aspettativa di poter essere disturbati per abbassare i nostri livelli di attenzione e concentrazione durante una determinata attività: essere molto concentrati cercando di non farsi distrarre può portare all’effetto contrario.

Quotidianamente veniamo bombardati da elementi di distrazione: le voci dei colleghi, il profumo di un cibo, la vibrazione del cellulare. Ogni stimolo sensoriale, mentre siamo impegnati in un’altra attività, può essere considerato motivo di disturbo. L’attenzione selettiva ci permette di selezionare che cosa in quel momento è rilevante ed escludere il distrattore, per riuscire a mantenere la concentrazione.

Questo meccanismo-filtro però non si attiva soltanto in presenza reale degli stimoli ma anche – hanno scoperto dei ricercatori italiani- in maniera preventiva, quando si prevede l’arrivo di una distrazione, riuscendo a peggiorare in modo significativo le performance attentive.

Sembrerebbe quindi che nel nostro cervello sia presente una sorta di “centrale operativa” deputata specificatamente a prevenire l’interferenza di distruttori che arrivano da tutti i canali sensoriali; però, se i distrattori che ci aspettavamo poi non arrivano, la nostra performance ne avrà risentito inutilmente.

Da un punto di vista evoluzionistico è assolutamente un vantaggio che l’attenzione venga “catturata” da stimoli improvvisi e diversi da quelli su cui siamo concentrati, poiché ci permette di non essere investiti da un’auto mentre camminiamo parlando al cellulare, ma se fossimo continuamente attirati da ogni stimolo, ci verrebbe impossibile concentrarci su qualcosa: ecco perché ci viene in aiuto il meccanismo di filtraggio dei distrattori. Il fatto che la performance peggiori se poi la distrazione non si verifica è una sorta di “effetto collaterale” che sembra tollerabile a fronte dei benefici che ne derivano.

 

Dott.ssa Elisa Morosi – Psicologa di Centro Cognitivo Saronno