Un nuovo studio sul rapporto fra stato di salute e qualità della vita rivela che dopo i 50 anni il livello di benessere mentale aumenta. Il sovrappeso nella terza età, inoltre, non sarebbe associato ad una riduzione del benessere psicologico percepito.
Lo studio, condotto da Warwick Medical School presso l’Università di Warwick, ha analizzato oltre 10.000 persone in Stati Uniti e Regno Unito, allo scopo di studiare le molte relazioni fra la qualità della vita e lo stato di salute. La qualità della vita è stata valutata considerando otto diversi fattori, fra cui la soggettiva percezione del proprio stato di salute fisica, il livello di funzionamento sociale e lo stato di salute mentale.
Dallo studio è emerso un elemento molto interessante, ovvero che i livelli di felicità mediamente seguono una curva a “forma di U”, con il loro punto più basso fra i 40 e i 50 anni, dopo di che progressivamente ricrescono. Dato che lo stato di salute fisica all’aumentare dell’età fatalmente peggiora, si è concluso che le persone col tempo riescono a mettere in campo maggiori “risorse psicologiche”, che gli permetterebbero di essere felici anche in presenza di un minor livello di salute fisica. Gli psicologi chiamano queste abilità psicologiche “capacità di coping”, ovvero risorse psicologiche che permettono di affrontare meglio le difficoltà e le circostanze negative. Anche la progressiva riduzione delle responsabilità lavorative e familiari, comunque, sembrerebbero un fattore determinante nel migliorare il benessere percepito.
Il Dr S.Saverio, che ha condotto lo studio alla Warwick Medical School presso l’Università di Warwick, insieme con il Dr. Kandala Ngianga-Bakwin, ha dichiarato: “E ‘evidente che la qualità della salute fisica dei cittadini peggiora man mano che invecchiano, ma la cosa interessante è che il loro benessere mentale non si deteriora – anzi aumenta “.
I ricercatori hanno anche scoperto che essere sovrappeso non ha un impatto significativo sulla salute mentale percepita. Le persone con un BMI superiore a 30 (tecnicamente obese) anno infatti mostrato un livello di benessere psicologico del tutto paragonabile alle persone con peso nella norma.
Lo studio ha infine esaminato l’effetto del sonno, rilevando l’esistenza di una “finestra ottimale”. Coloro che dormono da sei a otto ore al giorno tendono ad avere punteggi di salute sia fisiche e mentali migliori rispetto a quelli che riposano in media meno di sei ore o più di otto.
Dott. Michele Rossi
Centro Cognitivo Saronno
www.centrocognitivo.it