Il termine “episodio depressivo maggiore” è utilizzato per descrivere gli episodi depressivi più gravi. Non tutte le crisi depressive, anche se severe, possono essere classificate come” episodio depressivo maggiore”. Secondo il DSM-IV-TR (il manuale di classificazione dei disturbi mentali), per porre la diagnosi di “episodio depressivo maggiore” devono essere presenti cinque -o più- dei seguenti sintomi per un periodo di 2 settimane. Essi devono costituire un cambiamento significativo rispetto al precedente livello di “funzionamento”. Più nello specifico, per porre questa diagnosi è necessario che almeno uno dei seguenti due sintomi, “umore significativamente depresso” o” perdita marcata di interesse o piacere per la maggior parte delle attività”, siano chiaramente presenti per più di due settimane. E’ inoltre necessario riscontrare altri sintomi, come si diceva, fino a verificarne in tutto almeno cinque:
Gli episodi depressivi sono detti “episodi” proprio per il fatto che, una volta iniziati, non durano per sempre, ma tendono a ridursi in modo significativo dopo qualche tempo. Però, dopo il primo episodio, in un caso su due ve ne saranno altri. Ogni episodio aumenta la probabilità che il successivo si presenti, fino a determinare una depressione cronica. Per questo motivo è fondamentale che la persona, ma più spesso chi gli è attorno, riconoscano per tempo un “cambiamento significativo” e ricorrano il prima possibile alla consulenza di un esperto. In molti casi si verifica poi che si tratta di episodi di gravità limitata, come “l’episodio depressivo minore” o le altre diverse possibili forme di disturbo dell’umore. La consulenza è comunque sempre consigliabile perché non è facile distinguere le sottili differenze fra le diverse tipologie di depressione ma, soprattutto, non è detto che una forma “minore” non si trasformi col tempo in “depressione maggiore”. Per questo motivo è molto importante riconoscere i così detti “primi segnali di crisi”. Essi non sono veri e propri parametri del DSM-IV-TR che, come si è visto, ha criteri molto specifici in assenza dei quali non permette di porre la diagnosi. Infatti, nella realtà clinica si osserva che la depressione difficilmente inizia all’improvviso, da un giorno all’altro. Più spesso, sono presenti segnali progressivamente più evidenti, che solo ad un certo punto danno luogo alla sintomatologia descritta nei manuali. In altre parole, le crisi sono precedute da campanelli di allarme, cioè da cambiamenti nel modo di pensare e di comportarsi. I così detti “primi segnali di crisi”, che vedremo fra breve, in buona parte ricalcano i sintomi veri e propri del DSM-TR, con la differenza che essi sono meno intensi e, quindi, spesso vengono confusi con un “brutto periodo”. Il campanello di allarme, come per la diagnosi vera e propria, deve suonare quando se ne riscontrano diversi contemporaneamente.. Quando si inizia ad osservare contemporaneamente alcuni di questi sintomi: umore progressivamente più basso, crescente perdita di interesse verso ciò che prima piaceva, aumento del consumo di alcol, problemi nel sonno, maggiore irritabilità, tensione, maggiore o minore eloquio, serie difficoltà di concentrazione, cambiamenti nell’appetito, riduzione dell’interesse sessuale, è quindi sempre consigliabile consultare un esperto e affrontare eventualmente il problema senza paura o vergogna, perché la depressione è un problema serio ma affrontata adeguatamente e precocemente spesso si risolve.
Dott. Michele Rossi – Centro Cognitivo
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