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Il modello metacognitivo applicato alla comprensione dell’alcol-dipendenza: il ruolo delle credenze metacognitive.

Come si è visto nel precedente articolo pubblicato in questo blog,
secondo la teoria metacognitiva l’uso di alcool può essere considerato come una
strategia per controllare i pensieri e migliorare l’efficienza cognitiva. Se questi sono gli scopi dell’uso di alcol, allora il comportamento di abuso viene attivato da credenze metacognitive circa la sua efficacia nella regolazione del pensiero.

Una ricerca anglosassone ha esplorato la presenza di tali credenze in 10 pazienti condisturbi da uso di alcol (Spada & Wells, 2006).

Ai soggetti è stato chiesto di descrivere un episodio di
consumo di alcool attraverso la somministrazione di un’intervista
semi-strutturata. Gli obiettivi riferiti dal paziente hanno in effetti
riguardato la riduzione dello stato emotivo negativo e l’incremento di vissuti
emotivi positivi. I pazienti riferiscono però di non sapere se hanno raggiunto
o meno gli obiettivi prefissati, l’alcool infatti sopprime le capacità
metacognitive di automonitoraggio. I segnali che hanno interrotto il consumo di
alcool non sono collegati al raggiungimenti degli scopi prefissi ma più
semplicemente la debolezza fisica e la perdita di coscienza. 21

Secondo il modello metacognitivo le credenze metacognitive
riguardanti l’efficacia della sostanza nella regolazione del pensiero
rappresentano il principale fattore di mantenimento del comportamento
problematico.

Alla luce dei dati attuali si ipotizza che siano implicate
principalmente credenze positive circa l’uso di alcool per regolare stati
mentali (es: “l’alcool mi aiuta a controllare i brutti ricordi”) o negative
relative all’incontrollabilità e al danno dell’alcool sul funzionamento
cognitivo (es:“l’alcool danneggia la mia memoria”).

 

Credenze metacognitive più diffuse sull’uso di alcol

Efficienza cognitiva       

  • L’alcol mi aiuta a pensare in modo più lucido.
  • L’alcol mi aiuta a risolvere i problemi.

Controllo del pensiero

  • L’alcol spegne i pensieri brutti.
  • L’alcol mi aiuta a sostenere i pensieri negativi.

Incontrollabilità

  • Quando inizio a bere non riesco più a smettere.
  • Non ho controllo sul mio bere.

Danno cognitivo            

  • L’alcol danneggia la mai mente.
  • Se bevo non riesco più a regolarmi.

 

Simili credenze metacognitive sull’efficacia regolatoria
dell’alcool possono coinvolgere effetti dell’alcool su diversi processi
cognitivi come il ragionamento, la memoria, il giudizio o l’attenzione.

Queste credenze metacognitive sull’uso di alcool con
funzione cognitivo-regolatoria hanno mostrato di essere predittori del consumo
di alcool più forti delle aspettative cognitivo-sociali sulle conseguenze
generali del consumo di alcool (Spada, Moneta & Wells, 2007).

In sintesi i pazienti usano alcool con finalità
autoregolatorie sulla base di alcune credenze apprese, però nessuno è in grado
di riferire se tale scopo (es: non rimuginare troppo, riuscire a essere più
socievole, acquisire maggior creatività o capacità di concentrazione) è stato
raggiunto perché contemporaneamente l’assunzione di alcool ostacola le funzioni
di automonitoraggio. L’alcool si rivela così come strategia controproducente.
Le credenze metacognitive (sul controllo del pensiero, sulla fiducia nelle
proprie capacità mentali, sull’efficacia della sostanza nel regolare il
pensiero) guidano il consumo ma l’azione della sostanza sul sistema nervoso
danneggia le capacità di monitorare se lo scopo è stato raggiunto. Il paziente
non verifica l’inefficacia dell’alcool e non modifica le sue credenze
metacognitive.

 

Dott. Michele Rossi

CENTRO COGNITIVO SARONNO www.centrocognitivo.it