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PAURA…ANSIA…PANICO

PAURA…ANSIA…PANICO

Spesso ci capita di provare emozioni molto simili tra loro o di provare la stessa emozione ma con intensità e durata diverse; in alcuni casi ci sembra di poterle gestire e di poterci convivere, in altri ci sembra insopportabile e condiziona la nostra vita quotidiana e non sappiamo come fare e a chi rivolgerci per risolvere il problema.

Proveremo qui a descrivere alcune emozioni molto comuni per poter discriminare meglio tra stati d’animo diversi e identificare eventuali “campanelli d’allarme”.

Paura: è un prodotto dell’evoluzione e discende dalla previsione di un possibile pericolo, preparando l’organismo ad affrontarlo nel migliore dei modi; una specie incapace di provare paura si estinguerebbe rapidamente perché non si accorgerebbe dei pericoli. Si manifesta con segnali fisiologici trasversali a razze e culture, come l’aumento del battito cardiaco, l’aumento della frequenza respiratoria, l’aumento del tono muscolare.

Ansia: le manifestazioni fisiologiche sono simili a quelle della paura, ma nascono come reazione a uno stimolo che di norma non è considerato spaventoso; l’ansia è causata da precise valutazioni, anche se eccessive e assolute, che identificano in un certo stimolo qualcosa di pericoloso.

Se la paura è una reazione a uno stimolo vicino nel tempo e nello spazio, l’ansia si manifesta in relazione a pericoli distanti e ipotetici, dando il via a una spirale di ipotesi negative e a un pensiero monotematico e continuo (rimuginio), portando anche a un considerevole dispendio di tempo e energie senza mai arrivare all’azione, che funzionerebbe da “scarica”.

Se questo stato d’animo è persistente e difficile da gestire è opportuno intervenire con un lavoro di tipo psicologico, in modo da non far progredire la situazione problematica.

Panico: l’attacco di panico si manifesta con una forte paura e con sintomi fisiologici simili a quelli della paura, ma provati ad un’intensità molto più elevata; sembra iniziare improvvisamente, raggiunge rapidamente il culmine ed è accompagnato da un senso di pericolo imminente anche per la propria incolumità.

In seguito al primo attacco di panico si crea un circolo vizioso che porta un’ansia anticipatoria tutte le volte che si è nelle vicinanze spazio-temporali di una situazione con caratteristiche simili a quelle del primo attacco e con l’andare del tempo si arriva ad evitare certi luoghi o situazioni per l’insostenibilità di questi stati d’animo.

Anche in questo caso è opportuno un tempestivo intervento psicologico, preferibilmente di tipo cognitivo-comportamentale (come indicato dalla letteratura in merito), per far rientrare i sintomi in un tempo ragionevole e identificare le cause di malessere.

Dott.ssa Elisa Morosi, Psicologa di Centro Cognitivo Saronno   www.centrocognitivo.it