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Steve Jobs e il coccodrillo: un’analisi del lutto globalizzato.

Steve Jobs e il coccodrillo: un’analisi del lutto globalizzato.

Molti si sono indignati perché la morte di Steve jobs si è subito trasformata in un grande lutto globale. In diversi blog si leggono commenti anche molto critici verso questo fenomeno di cordoglio mondiale, che per molti non è rispettoso delle migliaia di morti anonime che ogni giorno si verificano da ogni parte. Per altri, poi, alla fine dei conti era solo un imprenditore e non ci si spiega come il mondo possa sentirsi orfano di Jobs al pari di grandi uomini del nostro tempo.

Di sicuro bisogna considerare che nella mentalità anglosassone il successo imprenditoriale è culturalmente codificato in modo diverso dal nostro. Un grande imprenditore incarna il “sogno americano” è questo è qualcosa di più che il semplice successo nella vita. Per la religione protestante, infatti, la riuscita personale è in qualche modo un segno della benevolenza di Dio e questo giustifica l’equazione “grande imprenditore – grande della storia” che per noi è certo più difficile da comprendere. Credo però che se Jobs fosse morto improvvisamente questo fenomeno di lutto collettivo sarebbe stato molto più contenuto, anche in America. Vediamo perché.

Nel gergo giornalistico il coccodrillo è un necrologio scritto in anticipo, per averlo subito pronto al momento del bisogno. Pare che le grandi testate abbiano un coccodrillo per tutti i principali personaggi pubblici. Nei casi di morti improvvise, chi ha un coccodrillo ben strutturato nelle prime ore può venderlo e ricavare profitti, dato che una ricerca approfondita e multimediale non può essere fatta in tempo reale, neppure dalle redazioni più organizzate.

A qualcuno ora sarà venuto in mente cosa la lunga malattia di jobs potrebbe aver prodotto a livello mediatico. Negli anni, infatti, le continue voci su un suo probabile prossimo decesso e le successive smentite hanno certamente determinato la produzione di grandi e approfonditi coccodrilli da parte di tutte le testate. Giunta improvvisamente la notizia i giornali web si sono quindi subito scatenati a pubblicare in tempo reale i loro vasti approfondimenti multimediali, contribuendo in modo determinante a creare quell’ effetto di suggestione di massa che abbiamo poi osservato. In effetti, chi ha seguito via web questo evento, non può non aver notato la grande mole di materiali da subito presenti su vita, morte e miracoli del padre dell’Apple, e forse ricorderà l’impressione di “grande evento collettivo” che gli stessi evocavano.

Detto questo, ritengo sicuramente che Jobs sia stato un importante personaggio del nostro tempo e che l’America, soffocata dalla crisi economica, abbia anche voluto celebrare un mito per risvegliare lo spirito del sogno americano. Però, accanto a tutto questo, va anche ricordato che l’informazione è fatta di aziende e, come tutte le aziende, anche quelle dell’informazione hanno i loro “fondi di magazzino”. In conclusione, la morte di Jobs è stata sicuramente tante cose fra cui, forse, uno dei primi esempi di “saldo mediatico globale”.

Dott. Michele Rossi

Centro Cognitivo Saronno